Il panorama digitale odierno, caratterizzato dalla proliferazione di dispositivi digitali e nuove tecnologie, vede la crescita delle minacce cyber che possono compromettere l’integrità dei dati e la sicurezza operativa aziendale.
Ma quali sono gli attacchi più diffusi? Come fare per proteggersi?
Ne parliamo in questo articolo, nel quale sono stati analizzati quali sono gli attacchi più diffusi e i trend emergenti nei principali settori industriali, descrivendo come SGBox possa fornire gli strumenti necessari per elevare il livello di sicurezza delle organizzazioni.
Nel 2025 i settori manifatturiero, sanitario e finanziario, insieme alle tecnologie cloud e IoT, affrontano una proliferazione di attacchi informatici sofisticati.
Le minacce principali confermano e amplificano tendenze note: ransomware (spesso erogato come servizio – Ransomware-as-a-Service), campagne di phishing avanzate (talvolta supportate da AI), compromissioni della supply chain software, attacchi DDoS (compresi quelli estorti – RDoS), e vulnerabilità zero-day.
Nuove tecnologie (IA generativa, micro-servizi cloud, dispositivi IoT) e tensioni geopolitiche (es. conflitti internazionali) hanno spinto i criminali a innovare: si osservano attacchi API in aumento, uso di AI per creare phishing personalizzati e botnet IoT potenziate (Mirai/R2-D2) per mega DDoS.
Allo stesso tempo crescono attacchi di tipo malware-free, social engineering mirato e compromissione di credenziali cloud.
A livello normativo, direttive come la NIS2 in UE, insieme a leggi emergenti su AI e dati sanitari, hanno ampliato il quadro di rischio per le PMI.
Riepilogo dei principali attacchi 2025 per settore/tecnologia (Fonte ENISA Europa):
– Ransomware sempre in crescita: rimane la minaccia numero uno in tutti i settori. Le vittime vanno dai grandi manifatturieri alle reti ospedaliere; nel 2024 il 65% delle aziende industriali ha subito attacchi ransomware.
Il modello Ransomware-as-a-Service continua a diffondersi: nuovi gruppi come RansomHub (attivi dal 2024) permettono anche a criminali meno esperti di lanciare attacchi. Sul fronte opposto, le forze dell’ordine internazionali hanno inflitto colpi a gruppi storici, ma il loro impatto è limitato dalla continua formazione di nuovi gruppi criminali.
– Attacchi malware-free e AI: cresce l’uso di tecniche avanzate che non lasciano payload tradizionali. L’IA generativa viene usata dai cyber criminali per creare phishing estremamente efficaci ed exploit custom.
– Supply chain e terze parti: aumentano gli attacchi alla catena di approvvigionamento software e hardware. Firmware e librerie open-source insicuri sono bersagli preferenziali: nel 2024 è emerso un caso di backdoor in un progetto open-source, scoperto solo a causa di picchi di CPU sospetti, e in generale le organizzazioni (anche PMI) devono considerare gestori di terze parti e fornitori software come possibili vettori di attacco.
– Geopolitica e hacktivismo: la guerra Russia-Ucraina e altri conflitti hanno motivato ondate di attacchi DDoS e campagne di disinformazione. Nel settore finanziario gli eventi geopolitici hanno causato picchi di DDoS (es. 58% degli attacchi mirava a banche europee). Anche il settore manufacturing, con supply chain globali, è esposto a tensioni politiche: attori statali cercano informazioni industriali o semplicemente interrompono produzioni critiche degli avversari.
Normative e compliance: in Europa, nuove direttive come la NIS2 hanno reso obbligatorie l’attivazione di misure di cybersecurity in molti comparti (tra cui PMI manifatturiere e finanziarie). Inoltre l’UE ha approvato l’AI Act, che impone rigide regole a chi utilizza AI (ad esempio nelle fabbriche o nei servizi finanziari).
Nel sanitario, l’entrata in vigore di requisiti più stringenti per la protezione dei dati paziente (e.g. Health Information laws) spinge le PMI sanitarie ad aumentare i controlli interni. Queste normative amplificano le sanzioni in caso di incidente e alzano gli standard minimi di difesa.
La Piattaforma SGBox analizza in tempo reale tutto ciò che accade nei sistemi informatici (accessi, attività sospette, tentativi di intrusione) e avvisa immediatamente se qualcosa non va.
Che si tratti di un macchinario industriale, di un’app sanitaria o di un sistema finanziario, SGBox mette in correlazione i dati e permette di avere una visione completa e aggiornata dei rischi.
Quando rileva una minaccia concreta, SGBox può attivare contromisure automatiche come bloccare un accesso sospetto, isolare un dispositivo o notificare i responsabili IT.
È in grado di capire quando un utente, anche se dotato di credenziali valide, sta facendo qualcosa di insolito o potenzialmente pericoloso, come accedere a dati sensibili in orari strani o da luoghi insoliti.
In un mondo dove sempre più dati sono salvati su piattaforme online (come Microsoft 365, SPID o servizi di sanità digitale), SGBox controlla che non ci siano configurazioni errate, accessi non autorizzati o rischi legati a furti di credenziali.
Dagli strumenti medici agli impianti di produzione, fino ai dispositivi smart di ufficio, SGBox rileva comportamenti anomali anche nei dispositivi più difficili da monitorare.
SGBox genera report automatici e dashboard intuitive per aiutare le aziende a dimostrare di essere conformi a regolamenti sempre più stringenti come GDPR e NIS2.
Con SGBox, il team di SOC ha a disposizione uno strumento potente per monitorare, analizzare e rispondere rapidamente agli eventi critici, il tutto in un unico strumento.
Grazie alla funzionalità SIEM (Security Information & Event management), è possibile raccogliere e centralizzare tutte le informazioni di sicurezza ed avere una visione chiara ed immediata delle minacce più critiche, sulle quali il SOC può agire senza perdere tempo.
Sulla base delle funzionalità della Piattaforma SIEM & SOAR SGBox, è stato sviluppato il servizio gestito SG-SOC, che permette la gestione completa e il monitoraggio h24 delle attività di sicurezza informatica per conto delle aziende.
Ecco in che modo il servizio SG-SOC as a Service di CyberTrust 365 supporta le organizzazioni dei settori manifatturiero, sanitario, finanziario, cloud, IoT e Pubblica Amministrazione nell’affrontare le minacce individuate:
Un vero e proprio reparto SOC esterno, sempre attivo, che monitora costantemente la tua infrastruttura IT e interviene non appena emerge un’anomalia.
Raccolta e classificazione continua di fonti di threat intelligence per segnalare tempestivamente le minacce emergenti prima che si traducano in danni operativi.
Grazie all’integrazione di SOAR e di un Computer Security Incident Response Team, SG-SOC può attivare playbook automatici (isolamento dei sistemi, blocco di IP/dominio, notifiche al team IT) per contenere e mitigare subito attacchi come ransomware o compromissioni di credenziali.
Tutti gli eventi di rete, endpoint, cloud e IoT confluiscono in un’unica piattaforma che li correla in tempo reale, permettendoti di riconoscere campagne di phishing avanzato o intenzioni malevole degli aggressori.
Scansioni periodiche e report dettagliati sulle debolezze (inclusi dispositivi OT/IoT e software legacy), per programmare tempestivamente patch e ridurre la superficie d’attacco.
Controllo automatico di asset esterni, servizi cloud e risorse pubbliche (ad es. portali SPID, PagoPA), individuando configurazioni insicure o leak nel Dark Web.
Analisi degli indicatori di compromissione e TTP (Tactics, Techniques & Procedures) usati dagli attaccanti per identificare in anticipo APT, attacchi supply chain e campagne di DDoS.
In caso di violazione, SG-SOC attiva immediatamente l’investigazione forense, ricostruendo la catena degli eventi per individuare la causa, azzerare la minaccia residua e supportarti nelle eventuali richieste di compliance.
Report e dashboard pronti all’uso per supportare il raggiungimento della conformità alle normative quali NIS2, GDPR, AdS e altri standard di settore, facilitando gli audit e riducendo il rischio di sanzioni.
SG-SOC si adatta alle esigenze di una PMI o di una grande organizzazione, senza richiedere infrastrutture o competenze interne aggiuntive. Si integra con gli strumenti IT già in uso, abbattendo costi e tempi di implementazione.
La Direttiva NIS2 rappresenta un punto di svolta per la cyber security in Europa, imponendo alle aziende standard più elevati in termini di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi.
Per i Data Protection Officer (DPO), l’adeguamento a questi nuovi requisiti normativi non è solo un obbligo, ma anche un’opportunità per rafforzare la resilienza dell’azienda e sviluppare una cultura della sicurezza diffusa.
In questo articolo, esploreremo le azioni strategiche che il DPO deve sviluppare per garantire la conformità alla NIS2, illustrando come la piattaforma SGBox possa fornire gli strumenti necessari per supportare efficacemente questo percorso.
Il primo passo per il DPO è una profonda comprensione dei requisiti imposti dalla Direttiva NIS2.
Questa normativa introduce misure più stringenti per la gestione dei rischi legati alla sicurezza informatica e richiede una collaborazione più intensa tra il settore pubblico e quello privato.
Il DPO deve quindi:
Una volta compreso il contesto, il DPO deve sviluppare un piano d’azione dettagliato, che includa:
La valutazione del rischio è una componente fondamentale per una gestione efficace della sicurezza:
La piattaforma SGBox si rivela un valido alleato in questa fase, offrendo funzionalità avanzate di monitoraggio in tempo reale e strumenti di analisi dei rischi.
Con SGBox, il DPO può configurare dashboard personalizzate che integrano dati provenienti da più fonti, facilitando così la valutazione costante del rischio e la gestione degli asset critici.
Per conformarsi alla NIS2, è essenziale mettere in atto una serie di misure tecniche e organizzative, tra cui:
SGBox offre un supporto integrato in questo ambito, grazie alla possibilità di centralizzare la gestione delle soluzioni di sicurezza in un’unica piattaforma.
Questo consente non solo di monitorare in tempo reale gli eventi di sicurezza, ma anche di gestire in modo efficiente le attività di backup e disaster recovery, assicurando così la continuità operativa dell’azienda.
La conformità alla NIS2 non è un’operazione isolata, ma richiede la collaborazione tra diversi dipartimenti aziendali e il coinvolgimento degli stakeholder esterni.
A tale proposito il DPO deve:
La piattaforma SGBox facilita questa collaborazione grazie alle sue funzionalità di reportistica e condivisione documentale.
Attraverso SGBox, il DPO può creare report dettagliati e facilmente condivisibili, rendendo più agevole la comunicazione sia interna che esterna e garantendo che tutte le parti interessate siano costantemente aggiornate sullo stato della sicurezza.
La conformità non si raggiunge con l’implementazione iniziale delle misure, ma richiede un monitoraggio e una revisione costante:
Con SGBox, il DPO può impostare notifiche automatiche e report periodici che semplificano il processo di revisione.
Le funzionalità di analisi predittiva e di machine learning della piattaforma permettono di identificare anomalie e potenziali criticità prima che possano concretizzarsi in un effettivo attacco.
Il ruolo del DPO si è evoluto significativamente con l’introduzione della direttiva NIS2, richiedendo un approccio proattivo e strutturato alla sicurezza informatica.
Attraverso un’analisi approfondita del contesto normativo, la pianificazione di un piano d’azione integrato, la valutazione continua dei rischi, l’implementazione di misure tecniche e organizzative adeguate e una costante comunicazione con gli stakeholder, il DPO può garantire la conformità aziendale e proteggere efficacemente le infrastrutture IT.
La piattaforma SGBox si configura come un supporto fondamentale in questo percorso, offrendo strumenti di monitoraggio, gestione integrata e reportistica avanzata, indispensabili per affrontare le sfide poste dalla NIS2.
Investire in queste tecnologie significa non solo rispettare le normative, ma anche rafforzare la resilienza dell’azienda contro le minacce informatiche, assicurando un ambiente sicuro e affidabile per l’intero ecosistema aziendale.
La sicurezza informatica, nel contesto sempre più complesso delle minacce informatiche, si pone come una priorità imprescindibile per le aziende di tutte le dimensioni.
In questo scenario, la soluzione chiave per garantire la tutela dei dati sensibili aziendali è rappresentata dalla rivoluzionaria tecnologia del Cloud SIEM (Security Information and Event Management).
Questa innovativa soluzione si colloca al centro di una strategia completa di Cloud Security, offrendo un approccio avanzato e flessibile per monitorare, analizzare e rispondere alle potenziali minacce in tempo reale.
Attraverso l’integrazione di tecnologie di sicurezza all’avanguardia, il Cloud SIEM si sta affermando sempre di più come una soluzione chiave nella difesa delle infrastrutture IT contro gli attacchi informatici.
Il Cloud SIEM è una soluzione innovativa che sfrutta la potenza del SIEM (Security Information and Event Management) all’interno del Cloud per monitorare, analizzare e rispondere in modo proattivo alle minacce all’infrastruttura IT aziendale.
A differenza delle soluzioni on-premises, il Cloud SIEM offre una flessibilità senza precedenti, consentendo alle aziende di adattarsi rapidamente ai cambiamenti nel panorama della sicurezza.
La principale differenza tra un sistema SIEM basato su Cloud e uno On-premises risiede nell’infrastruttura sottostante.
Mentre il SIEM on-premises richiede investimenti significativi in hardware e manutenzione locale, il Cloud SIEM elimina questa necessità, consentendo alle aziende di concentrarsi sulle proprie attività principali senza dover gestire una complessa infrastruttura di sicurezza IT, nella modalità di gestione detta anche “Siem as a service”.
Il settore manifatturiero sta affrontando una trasformazione digitale senza precedenti, caratterizzata dall’adozione massiccia di IoT industriale, automazione dei processi e integrazione di sistemi cloud.
In questo contesto, le soluzioni Cloud SIEM emergono come strumenti indispensabili per garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche, proteggere la proprietà intellettuale e mitigare i rischi legati alla complessità delle catene di approvvigionamento globali.
L’analisi delle fonti disponibili evidenzia come il Cloud SIEM offra funzionalità avanzate di monitoraggio in tempo reale, integrazione con ecosistemi IoT e strumenti di conformità normativa, riducendo al contempo i costi operativi del 30-40% rispetto alle soluzioni on-premises.
Il Cloud SIEM supera le limitazioni dei sistemi tradizionali fornendo una visione consolidata delle attività sia nei reparti operativi (OT) che in quelli informatici (IT).
Attraverso connettori pre-configurati, queste piattaforme aggregano dati da sensori IoT, PLC (Programmable Logic Controller), sistemi SCADA e infrastrutture cloud, applicando algoritmi di machine learning per identificare anomalie comportamentali nei macchinari.
Il Cloud SIEM rappresenta un passo avanti significativo nella protezione delle infrastrutture IT.
La sua flessibilità, accessibilità e gestione semplificata offrono un’efficace difesa contro le minacce informatiche in un mondo digitale in continua evoluzione.
Le aziende di piccole, medie e grandi dimensioni possono beneficiare di questa soluzione avanzata per garantire la sicurezza dei propri dati e la continuità operativa.
Se la sicurezza informatica è una priorità per la tua azienda, il Cloud SIEM potrebbe essere la risposta alle tue esigenze di protezione avanzata.
Il Cloud SIEM si distingue dalle soluzioni on-premises per la sua infrastruttura basata su Cloud, eliminando la necessità di investimenti in hardware locale. Dal punto di vista della sicurezza, il Cloud SIEM offre una protezione avanzata attraverso l’implementazione di protocolli di sicurezza rigorosi gestiti dal provider Cloud. Questo garantisce una difesa efficace contro le minacce informatiche senza richiedere risorse significative sul fronte dell’amministrazione e della manutenzione.
Il Cloud SIEM affronta con determinazione le preoccupazioni sulla privacy dei dati. I provider di servizi cloud adottano protocolli di sicurezza avanzati e stringenti politiche di conformità per garantire la massima protezione dei dati aziendali sensibili. La gestione sicura dei dati è al centro del design del Cloud SIEM di SGBox, che garantisce alle aziende la massima affidabilità nell’utilizzo di questa soluzione senza compromettere la privacy delle informazioni sensibili.
Il Cloud SIEM offre vantaggi pratici significativi alle aziende di diverse dimensioni. La sua flessibilità consente alle aziende di adattarsi agilmente alle mutevoli esigenze di sicurezza senza richiedere investimenti in risorse e infrastruttura in anticipo. L’accessibilità da remoto consente una gestione efficiente della sicurezza da qualsiasi luogo, facilitando una risposta tempestiva alle minacce. Inoltre, gli aggiornamenti automatici gestiti dal provider Cloud assicurano che le aziende beneficino costantemente degli ultimi sviluppi tecnologici senza dover gestire manualmente gli aggiornamenti.
Negli ultimi anni, il concetto di Zero Trust security è diventato il paradigma fondamentale per proteggere le infrastrutture digitali.
Ma sicurezza zero trust cos’è? Si tratta di un approccio alla cyber security zero trust basato sul principio “non fidarti mai, verifica sempre”.
In altre parole, l’accesso alle risorse aziendali viene rigorosamente controllato e concesso solo dopo una verifica accurata dell’identità e del contesto dell’utente o del dispositivo.
Questo modello si discosta dal tradizionale approccio “difendi il perimetro”, ponendo l’accento sulla sicurezza interna e sulla segmentazione della rete.
La sicurezza Zero Trust si fonda sul presupposto che ogni accesso alla rete debba essere considerato potenzialmente rischioso, indipendentemente dall’origine.
Ciò significa che, anziché affidarsi a un firewall o a soluzioni di sicurezza perimetrale, ogni richiesta di accesso viene sottoposta a controlli rigorosi.
L’idea centrale è quella di eliminare la fiducia implicita, abbracciando un modello dove ogni entità – utente, dispositivo o applicazione – viene verificata in ogni interazione.
In questo modo, si riduce notevolmente il rischio di violazioni, specialmente in un contesto di crescenti minacce informatiche.
Per implementare un’architettura Zero Trust è essenziale seguire alcuni passaggi chiave:
Queste misure, se integrate in un framework unificato, permettono di creare un ambiente sicuro e resiliente, pronto ad affrontare le sfide della cyber security zero trust.
Adottare la strategia Zero Trust offre numerosi vantaggi:
La piattaforma SGBox è progettata per integrare i principi della Zero Trust security in modo semplice ed efficace.
Grazie a soluzioni avanzate di monitoraggio, autenticazione e segmentazione, SGBox consente alle aziende di:
Nel panorama digitale odierno, che vede un trend di costante crescita e imprevedibilità delle minacce informatiche, la pratica di Threat Hunting è essenziale per individuare i gap e i punti deboli all’interno dell’infrastruttura IT aziendale.
Una delle barriere per i CISO e i team di SOC (Security Operation Center) è la mancanza di informazioni contestuali sulle potenziali minacce, un problema che può condizionare la buona riuscita dell’attività di “caccia” alle minacce.
Vediamo quali sono le soluzioni necessarie per rendere la Threat Hunting efficace ed efficiente.
Il SIEM (Security Information & Event Management) ricopre un ruolo fondamentale nel fornire informazioni dettagliate sull’intero ecosistema IT, attraverso la raccolta, correlazione e analisi degli eventi di sicurezza.
La ricerca di minacce in ambienti isolati, come EDR, VPN o firewall, non offre la visibilità o il valore di cui hanno bisogno i cacciatori di minacce odierni.
Per infrastrutture complesse e interconnesse, un SIEM in grado di inglobare tutti i log è la chiave di volta che supporta l’efficace ricerca delle minacce.
Un grande vantaggio che offre il SIEM è la possibilità di trasferire ai team di SOC (Security Operation Center) le informazioni contestuali associate a dispositivi ed utenti, per una visione chiara e approfondita di ciò che sta accadendo all’interno dell’infrastruttura IT.
Un ulteriore componente a supporto del SIEM è l’UBA (User Behavior Analytics), che permette di individuare se un utente compie azioni che si discostano dal comportamento abituale.
Questi strumenti danno al SOC una maggiore capacità di rilevare le minacce all’interno dell’ambiente IT. Oltre ad aiutare gli analisti ad individuare le attività sospette, rivelano anche debolezze nelle difese attuali che hanno permesso ai potenziali avversari di effettuare l’attacco sfruttando le vulnerabilità.
Uno degli obiettivi più importanti di un programma di Threat Hunting è quello di identificare le lacune nella sicurezza.
Qualsiasi rilevamento di una minaccia positiva, anche se si tratta di un falso positivo, evidenzia un’anomalia che non è stata rilevata dai sistemi e processi del SOC.
Questo consente agli analisti di individuare nel dettaglio ogni possibile minaccia ed implementare nuove misure per contrastare le minacce in modo tempestivo.
L’integrazione tra le attività condotte dai team di SOC e le analisi del SIEM contribuiscono a sviluppare un programma avanzato di Threat Hunting, che coinvolge diversi attori all’interno delle aziende.
Grazie alla centralizzazione delle informazioni, è infatti più semplice per i CISO e i team di SOC comunicare i risultati del Threat Hunting e prendere decisioni informate per innalzare il livello di sicurezza.
Il processo di Threat Hunting, per essere davvero efficace, deve essere olistico e interdisciplinare.
La raccolta centralizzata dei log da parte del SIEM, combinata con l’analisi del comportamento degli dell’UBA, sono strumenti fondamentali che gli analisti e i CISO devono adottare per rilevare le minacce su tutto l’ambiente IT e collaborare efficacemente con i decision-makers aziendali.
L’OT Security (Operational Technology Security) si riferisce alla protezione dei sistemi e delle reti che gestiscono e controllano le operazioni fisiche in contesti industriali e infrastrutture critiche.
Questi sistemi includono:
Con lo sviluppo del nuovo paradigma di Industria 5.0 e la crescita dell’IoT, i dispositivi OT sono sempre più interconnessi e capaci di generare un gran volume di dati.
Se da un lato questa tendenza rappresenta una grande opportunità data dalla convergenza tra sistemi IT e OT, dall’altro porta inevitabilmente ad un aumento delle potenziali vulnerabilità e delle minacce cyber, che possono causare fermi produttivi o danni alle infrastrutture critiche.
L’adozione di una soluzione SIEM per la sicurezza OT è fondamentale per garantire la disponibilità, l’integrità e la confidenzialità dei dati, nonché la continuità operativa dei processi industriali.
Il SIEM (Security Information and Event Management) gioca un ruolo chiave nell’ambito della sicurezza OT.
Le funzionalità del SIEM permettono di raccogliere, analizzare e correlare i dati di sicurezza in tempo reale, fornendo un quadro completo delle minacce e delle vulnerabilità, sia se installato nell’infrastruttura On-Premise che nella versione Cloud SIEM.
Il SIEM centralizza la raccolta di dati provenienti da diverse fonti, come dispositivi di rete, server, firewall e sistemi di controllo industriale.
Questa centralizzazione è cruciale per i sistemi OT, in quanto consente di ottenere una visione unificata dello stato di sicurezza, riducendo il rischio di perdere eventi critici che potrebbero indicare un attacco o un malfunzionamento.
Una delle funzionalità principali del SIEM è la capacità di correlare eventi e log provenienti da fonti diverse. Questa correlazione aiuta a identificare schemi di comportamento anomalo che potrebbero non essere evidenti se analizzati singolarmente.
Il SIEM non solo rileva le minacce, ma facilita anche una risposta rapida e coordinata. Quando viene identificato un evento di sicurezza, il sistema può generare alert e notifiche per il team di sicurezza, consentendo un intervento tempestivo.
I sistemi OT devono spesso rispettare normative rigorose. Il SIEM aiuta a monitorare e documentare le attività per garantire la conformità a standard di sicurezza e regolamenti.
Un altro vantaggio significativo del SIEM è la sua capacità di ridurre il “rumore” di alert, filtrando gli eventi non rilevanti. Questo è particolarmente utile nei sistemi OT, dove le operazioni devono rimanere efficienti e ininterrotte.
L’integrazione del SIEM nella strategia di OT Security offre diversi vantaggi significativi:
Le principali minacce che interessano la sicurezza OT oggi includono:
SGBox fornisce un SIEM di ultima generazione, capace di raccogliere, analizzare e gestire una gran mole di dati generati dai dispositivi OT.
Grazie alla possibilità di impostare regole di correlazione, è possibile conoscere in tempo reale lo stato di sicurezza dell’infrastruttura OT ed intervenire proattivamente in caso di attacco.
L’integrazione con le funzionalità di SOAR, permettono inoltre di attivare contromisure automatiche per ridurre il tempo medio di risposta.
Le minacce informatiche rappresentano una delle sfide più grandi per le aziende moderne. In un contesto in cui gli attacchi diventano sempre più sofisticati, proteggere i propri dati e sistemi è fondamentale.
In questo scenario si inserisce il concetto di Threat Hunting, un approccio proattivo alla sicurezza informatica che sta guadagnando sempre più rilevanza.
Ma cosa significa esattamente Threat Hunting e come può aiutare le piccole e medie imprese a proteggersi? Scopriamolo insieme.
Il Threat Hunting può essere definito come la ricerca proattiva di minacce informatiche nascoste all’interno di un sistema aziendale.
A differenza dei metodi tradizionali di difesa, che si limitano a rilevare e bloccare gli attacchi conosciuti, il Threat Hunting cerca attivamente quelle minacce che potrebbero sfuggire ai radar delle soluzioni di sicurezza automatizzate, come antivirus o firewall.
Il termine “hunting” (caccia) è particolarmente calzante perché implica un’azione deliberata, una vera e propria “caccia” alle minacce.
L’obiettivo non è solo quello di rilevare anomalie, ma di comprendere e anticipare le tecniche che gli attaccanti potrebbero utilizzare per eludere le difese esistenti.
Questo approccio richiede competenze specifiche e una profonda conoscenza dei comportamenti normali e anomali dei sistemi informatici.
Il processo di Threat Hunting è strutturato in diverse fasi, ognuna delle quali è essenziale per il successo dell’operazione.
Vediamo quali sono i passaggi principali:
Per le piccole e medie imprese (PMI), il Threat Hunting è un’arma potente contro le minacce informatiche, specialmente in un panorama dove gli attacchi sono in continua evoluzione. Ma perché è così importante?
È importante distinguere tra Threat Hunting e Threat Detection, due termini che spesso vengono utilizzati in modo intercambiabile, ma che in realtà rappresentano approcci diversi alla sicurezza informatica.
Threat Detection: si riferisce al rilevamento automatico di minacce attraverso strumenti e tecnologie che monitorano costantemente l’ambiente informatico. Questa metodologia si basa su regole predefinite e su algoritmi di machine learning che identificano comportamenti anomali.
Threat Hunting: come già descritto, è un approccio proattivo e manuale che si concentra sulla ricerca di minacce avanzate che potrebbero non essere rilevate dagli strumenti automatizzati. Il Threat Hunting richiede un intervento umano e una comprensione approfondita del contesto aziendale.
Mentre il Threat Detection è reattivo e automatizzato, il Threat Hunting è proattivo e basato sull’intervento umano.
Le due metodologie non sono mutualmente esclusive, ma anzi si complementano a vicenda per garantire una protezione completa.
Per le aziende italiane, adottare un approccio efficace al Threat Hunting può sembrare una sfida, soprattutto per le PMI che potrebbero non avere le risorse interne necessarie. È qui che entrano in gioco soluzioni come la Piattaforma SGBox.
SGBox è una piattaforma Next Generation SIEM & SOAR tramite la quale è possibile sviluppare i processi di Threat Detection e Threat Hunting, progettata per fornire alle aziende gli strumenti necessari per proteggersi dalle minacce informatiche.
Con una combinazione di automazione e intervento umano, SGBox permette di:
Il Log Management è il processo di raccolta, analisi e archiviazione dei log generati dai vari sistemi informatici di un’azienda.
Questi log, o registri, sono file che contengono informazioni dettagliate sulle attività che si svolgono all’interno di un sistema, come accessi, modifiche ai dati, errori di sistema e molto altro.
L’obiettivo del Log Management è di garantire che queste informazioni siano disponibili, accessibili e utilizzabili per monitorare e migliorare la sicurezza informatica dell’azienda.
I log sono registrazioni automatiche create dai sistemi informatici che documentano una serie di eventi accaduti in un determinato periodo di tempo.
Questi eventi possono riguardare accessi utente, operazioni di sistema, errori, transazioni e molto altro.
Ogni log contiene informazioni specifiche come la data e l’ora dell’evento, l’utente coinvolto, l’azione eseguita e l’esito dell’operazione.
Esistono diverse tipologie di log, ciascuna con una funzione specifica. Ecco un elenco delle principali tipologie di log e la loro descrizione:
I log di sistema sono generati dal sistema operativo e dai suoi componenti. Questi log registrano eventi come l’avvio e lo spegnimento del sistema, l’avvio e l’arresto dei servizi e gli errori di sistema.
Sono cruciali per il monitoraggio della stabilità e delle prestazioni del sistema operativo.
Esempi:
I log di sicurezza documentano gli eventi relativi alla sicurezza informatica, come i tentativi di accesso riusciti e falliti, le modifiche ai permessi utente e le attività sospette. Questi log sono essenziali per rilevare e prevenire violazioni di sicurezza.
Esempi:
I log delle applicazioni sono generati dalle applicazioni software e registrano eventi specifici dell’applicazione stessa.
Questi log aiutano a monitorare le prestazioni dell’applicazione, diagnosticare problemi e garantire che le applicazioni funzionino correttamente.
Esempi:
I log di rete documentano il traffico di rete e gli eventi relativi alla comunicazione tra dispositivi all’interno di una rete.
Questi log sono cruciali per la gestione delle reti, la diagnosi dei problemi di connettività e la sicurezza della rete.
Esempi:
I log dei database registrano tutte le operazioni eseguite sui dati all’interno di un database, inclusi gli inserimenti, le modifiche e le cancellazioni di dati.
Questi log sono essenziali per garantire l’integrità dei dati e per il ripristino del database in caso di guasti.
Esempi:
I log di audit documentano tutte le attività rilevanti ai fini della conformità normativa e delle verifiche di sicurezza. Questi log sono cruciali per dimostrare la conformità alle normative e per fornire prove durante gli audit.
Esempi:
I log di eventi sono una categoria più generale che include tutti i tipi di log che documentano eventi specifici all’interno di un sistema. Questi log forniscono una visione completa delle attività e dei cambiamenti all’interno del sistema.
Esempi:
Uno degli aspetti più critici del Log Management è la sua importanza per la conformità normativa.
Le normative sulla protezione dei dati e la sicurezza informatica impongono alle aziende di conservare e gestire i log in modo adeguato.
Vediamo come il Log Management si relaziona con alcune delle principali normative.
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) è una delle normative più rigide in materia di privacy e protezione dei dati personali.
Il GDPR richiede alle aziende di proteggere i dati personali dei cittadini dell’Unione Europea e di mantenere una documentazione dettagliata delle operazioni di trattamento dei dati.
Il Log Management è fondamentale per dimostrare la conformità al GDPR, poiché permette di tracciare tutte le attività sui dati personali, individuare eventuali violazioni e fornire prove in caso di audit.
Il Provvedimento degli Amministratori di Sistema richiede la registrazione degli accessi effettuati dagli amministratori (access log), l’indicazione dell’intervallo temporale e la descrizione dell’evento.
Questo è essenziale per prevenire e individuare frodi e attività illegali. Il Log Management assicura che questi registri siano mantenuti in modo sicuro e accessibile, facilitando le verifiche e gli audit da parte delle autorità competenti.
La Direttiva NIS2 (Network and Information Systems) è una normativa europea che impone misure di sicurezza più severe per le reti e i sistemi informativi delle infrastrutture critiche.
Le aziende che operano in settori come l’energia, i trasporti, la sanità e le infrastrutture digitali devono adottare misure minime per la gestione del rischio informatico al fine di garantire la sicurezza delle loro reti.
Il Log Management è essenziale per monitorare le attività di rete, rilevare eventuali anomalie e rispondere prontamente agli incidenti di sicurezza.
Implementare un sistema di Log Management offre numerosi vantaggi per le PMI, tra cui:
Il Security Information and Event Management (SIEM) è una tecnologia avanzata che integra il Log Management con altre funzionalità di sicurezza, come l’analisi degli eventi e il rilevamento delle minacce.
Un sistema SIEM raccoglie e analizza i log da diverse fonti, correlando gli eventi per identificare potenziali minacce e anomalie.
Questa integrazione offre una visibilità completa sulla sicurezza aziendale, migliorando la capacità di rilevare e rispondere agli incidenti in modo efficace.
Il modulo Log Management della Piattaforma SGBox ti permette di raccogliere i log provenienti da qualsiasi dispositivo informatico e gestirli in conformità con le normative sulla privacy.
SGBox protegge tutte le informazioni tramite crittografia e marcatura temporale, un aspetto fondamentale per favorire la Compliance alle normative vigenti ed offrire alle imprese un vantaggio competitivo nella gestione delle attività di sicurezza informatica.
Il Distributed Denial of Service (DDoS) è una tipologia di attacco informatico che ha l’obiettivo di rendere indisponibile un servizio online sovraccaricando i servizi di rete con un’enorme quantità di traffico malevolo proveniente da più fonti.
In altre parole, un attacco DDoS mira a bloccare il funzionamento di un sito web, server o rete inviando un volume eccessivo di richieste, tanto da saturare le risorse disponibili.
Un attacco DDoS sfrutta una rete di dispositivi compromessi, noti come botnet, per generare traffico illegittimo verso l’obiettivo.
Questi dispositivi possono essere computer, smartphone, o persino dispositivi IoT (Internet of Things) infettati da malware che li rende controllabili da remoto.
Una volta che l’attaccante ha il controllo della botnet, può comandarla per inviare una quantità massiccia di richieste simultanee al bersaglio, sovraccaricandolo e causando la sospensione o il rallentamento dei servizi offerti.
Gli attacchi DDoS possono essere classificati in diverse categorie in base al metodo utilizzato per sovraccaricare il sistema target:
Questi attacchi mirano a saturare la larghezza di banda della rete con un alto volume di traffico. Gli attacchi di volume includono metodi come il flooding di UDP (User Datagram Protocol) e il flooding ICMP (Internet Control Message Protocol).
Il flooding UDP è un tipo di attacco di volume DDoS che si sviluppa attraverso l’invio di ingenti quantità di traffico con indirizzi IP contraffatti su un sistema preso di mira, mentre il flooding ICMP i criminali sovraccaricano la larghezza di banda di un indirizzo IP o un router della rete presa di mira.
Quando il dispositivo tenta di rispondere, tutte le risorse (memoria, potenza di elaborazione, velocità dell’interfaccia) si esauriscono e non riescono più a gestire le richieste degli utenti legittimi.
Questi attacchi sfruttano le vulnerabilità dei protocolli di comunicazione per esaurire le risorse del server. Esempi di questo tipo di attacco includono il SYN flood, dove l’attaccante invia richieste di connessione SYN senza completare il processo di handshake TCP, lasciando così le risorse di sistema bloccate.
Questi attacchi prendono di mira le applicazioni web e sono progettati per esaurire le risorse del server a livello applicativo. Un esempio comune è l’attacco HTTP flood, dove l’attaccante invia un numero elevato di richieste HTTP legittime ma sovraccaricanti.
Gli attacchi DDoS possono avere vari obiettivi, tra cui:
L’obiettivo primario di un attacco DDoS è interrompere la disponibilità di un servizio, rendendolo inaccessibile agli utenti legittimi. Questo può causare perdite economiche significative, soprattutto per le aziende che operano principalmente online.
Alcuni attacchi DDoS sono motivati dal desiderio di estorcere denaro. Gli attaccanti potrebbero chiedere un riscatto alle vittime in cambio della cessazione dell’attacco.
In alcuni casi, gli attacchi DDoS sono utilizzati da concorrenti per danneggiare la reputazione o le operazioni di una rivale azienda.
Altri attacchi DDoS possono essere motivati da vendette personali o da attivismo, dove gli attaccanti cercano di promuovere una causa politica o sociale.
Rilevare un attacco DDoS non sempre è semplice, ma alcuni segnali possono includere:
Per rispondere a un attacco DDoS, le aziende possono adottare diverse strategie:
È importante distinguere tra un Distributed Denial of Service (DDoS) e un Denial of Service (DoS). Sebbene entrambi mirino a rendere un servizio indisponibile, esistono differenze significative:
Un attacco DoS è generalmente eseguito da una singola macchina o sorgente, e mira a sovraccaricare il sistema target con richieste o dati dannosi. Gli attacchi DoS sono meno sofisticati e più facili da mitigare rispetto ai DDoS.
Gli attacchi DDoS, invece, utilizzano molteplici sorgenti distribuite, rendendoli più difficili da bloccare e gestire. Poiché il traffico proviene da diverse località, è più complicato distinguere tra traffico legittimo e malevolo.
La Piattaforma SGBox protegge la tua organizzazione dagli attacchi DDoS grazie alla combinazione sinergica tra le funzionalità avanzate di SIEM (Security Information & Event Management) e SOAR (Security Orchestration, Automation & Response).
La capacità di raccolta, analisi e gestione delle informazioni di sicurezza ti permette di rilevare tempestivamente una potenziale minaccia ed attivare contromisure per minimizzare i danni.
Il termine “Ransomware” ha iniziato a comparire sempre più spesso nelle conversazioni riguardanti la sicurezza informatica.
Ma cosa significa esattamente? Il Ransomware è una forma di malware progettata per bloccare l’accesso a un sistema o ai suoi dati fino a quando non viene pagato un riscatto.
Questo tipo di attacco informatico sfrutta spesso la crittografia per rendere inaccessibili i file della vittima, richiedendo poi un pagamento per ristabilire l’accesso.
Il Report Clusit 2025 ha evidenziato come il Ransomware è in assoluto la categoria di Malware più utilizzata dagli hacker, per via della maggiore redditività in termini economici.
Il Ransomware si presenta in varie forme e tipologie, ciascuna con le proprie modalità di attacco e conseguenze. Ecco un elenco dei tipi di Ransomware più diffusi:
Il Ransomware può manifestarsi in vari modi, sfruttando diverse tecniche per infiltrarsi nei sistemi informatici delle vittime.
Di seguito sono descritti alcuni dei principali metodi con cui il Ransomware può manifestarsi:
Se l’azienda si trova improvvisamente vittima di un attacco di Ransomware, è fondamentale agire prontamente e in modo strategico per minimizzare i danni e ripristinare la normalità operativa il prima possibile.
Ecco alcuni passaggi da seguire in caso di attacco Ransomware:
2. Interrompere le connessioni Internet: disattivare tutte le connessioni Internet e di rete per impedire agli attaccanti di comunicare con il malware e di cifrare ulteriori file o dispositivi.
3. Contattare un esperto informatico: richiedere immediatamente l’assistenza di un esperto informatico specializzato in sicurezza informatica per valutare l’entità dell’attacco, identificare il tipo di Ransomware coinvolto e sviluppare una strategia di risposta appropriata.
4. Valutare le opzioni di ripristino dei dati: valutare le opzioni disponibili per il ripristino dei dati, come il ripristino da backup recenti o l’utilizzo di strumenti di decrittografia disponibili online, se applicabile.
5. Comunicare con il personale: informare tempestivamente il personale dell’azienda dell’attacco di Ransomware e delle azioni in corso per risolvere la situazione. Fornire istruzioni chiare su come devono comportarsi e su quali precauzioni devono prendere per proteggere ulteriormente i dati sensibili.
6. Documentare l’attacco: registrare dettagliatamente tutti gli eventi relativi all’attacco di Ransomware, comprese le attività sospette precedenti all’attacco, i danni causati e le azioni intraprese per risolvere la situazione. Queste informazioni possono essere utili per futuri riferimenti e analisi post-incidente.
Le conseguenze di un attacco Ransomware possono essere devastanti sia per singoli individui che per le aziende.
Per i privati, potrebbe significare la perdita di documenti personali, foto o altri dati importanti. Per le aziende, le conseguenze possono essere ancora più gravi, con la possibilità di perdere dati aziendali critici, subire interruzioni delle attività e danni alla reputazione.
Quando un’azienda si trova di fronte a una richiesta di riscatto da parte degli attaccanti, è importante valutare attentamente le opzioni disponibili e prendere decisioni informate sulla migliore strategia da adottare.
Ecco alcuni suggerimenti su come rispondere al riscatto:
Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano un bersaglio particolarmente sensibile per gli attacchi di Ransomware, con conseguenze potenzialmente devastanti per la loro sicurezza e continuità operativa.
Ecco alcuni dei principali rischi che affrontano le PMI:
Per proteggersi efficacemente dai rischi associati al Ransomware, le PMI devono adottare misure di sicurezza informatica robuste e proattive.
Tra le strategie consigliate:
La Piattaforma SGBox consente di monitorare costantemente l’ambiente IT per rilevare attività sospette e rispondere rapidamente agli attacchi in corso, automatizzando i processi di risposta agli incidenti e riducendo i tempi di reazione.